In Romagna 48 cantieri aperti, fatturato a 60 milioni di euro

Quarantacinque anni di storia tutta affacciata sul litorale romagnolo, un fatturato che ha raggiunto la soglia dei 60 milioni di euro e una trentina di persone attive tra dipendenti diretti e collaboratori fissi. Sono i numeri, questi, che delineano il perimetro del Gruppo Ritmo, società ravennate dell’immobiliare fondata dall’imprenditore Giorgio Pulazza.

Occupandovi prevalentemente di nuove urbanizzazioni, la vostra è una società che è stata poco interessata dai bonus edilizi che, come dicono i numeri, hanno impresso una spinta notevole al settore. Come sono stati, allora, i vostri risultati in questi due anni?

«Il 2022 è stato un anno altalenante. Il rialzo dei tassi di interesse ha fatto notevolmente rallentare la vendita di prime case. In alcuni casi abbiamo avuto persino dei recessi. Mentre le seconde case, per via dell’inflazione, al contrario hanno portato a un risveglio del mercato. Con l’erodersi del potere d’acquisto, le persone che non avevano necessità di accedere allo strumento del mutuo bancario hanno preferito investire parte del loro denaro. Il 2021, invece, è andato in generale molto bene».

Chi acquista nel nostro territorio? E in quali località?

«Abbiamo lavorato prevalentemente con professionisti e imprenditori dell’area di Modena, di Bologna, di Imola e in generale dalla Lombardia, vendendo loro abitazioni poste sul mare. I nostri lidi sono molto ambiti, in particolare Cesenatico, Cervia e quelli ravennati. Vede, dopo il Covid le persone sono andate sempre più alla ricerca di una migliore qualità della vita e in tanti hanno puntato sulla Romagna per la loro seconda casa, che oggi come oggi deve avere a disposizione un giardino o un terrazzo, dove poter avere anche una vita sociale».

Parlando di attualità, il tema della tutela dell’ambiente e del risparmio energetico è entrato di prepotenza nel vostro settore. Con quali conseguenze?

«Che oggi noi costruiamo esclusivamente immobili con classe energetica A4. I clienti sono molto ben informati e nessuno vuole più il gas, preferendo la strada dell’elettrico. Noi sono già quattro o cinque anni che operiamo in questo modo, installando impianti con pannelli fotovoltaici e pompe di calore. Anche il mondo delle coibentazioni è cambiato notevolmente, con il risultato che i consumi delle abitazioni sono sempre più ridotti».

Ma con costi iniziali che, immagino, sono aumentati…

«Attualmente noi vendiamo il nuovo intorno ai 2.700 euro al metro quadrato. Costruendo su terreni di proprietà, questo ci consente di tenere i prezzi più bassi».

E lato vostro, invece, quali maggiori spese avete dovuto sostenere?

«Le cito alcuni esempi a titolo esplicativo, a partire dai ponteggi. Se nel 2020 li pagavamo 8 euro al metro quadrato, fino a un mese fa erano arrivati a 22 anche 24 euro. Il cappotto da 40 euro al metro quadro è schizzato a 100 euro, in certi casi anche 140. Come Gruppo Ritmo non abbiamo mai creduto nei bonus, ma è innegabile che abbiano avuto una grande influenza nella crescita dei prezzi. E lo dico perché dopo il 17 febbraio, quando è arrivato lo stop alle cessioni dei crediti, i ponteggi sono immediatamente tornati a 10 euro, il cappotto sta diminuendo e così anche il ferro».

Attualmente quanti interventi state gestendo?

«In tutta la Romagna abbiamo 48 cantieri aperti, tra cui quello di via Antica Milizia a Ravenna nel quale siamo a buon punto con l’esecuzione del primo stralcio».

Partendo voi dall’urbanizzazione delle aree, quali sono i tempi di esecuzione e quali, invece, quelli burocratici?

Ride… «Dato che prima le ho citato via Antica Milizia le dico questo: comprai il terreno nel 1992. Oggi siamo nel 2023, faccia lei i conti. Per un’altra urbanizzazione che stiamo facendo il primo livello è del 2005».

Ma a parte i casi più estremi?

«Minimo bisogna considerare due o tre anni. È per questo che molte imprese falliscono, dovendo attendere tempistiche così lunghe. Perché se parliamo di esecuzione delle opere, al contrario, siamo intorno ai 18 mesi».

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