Il buio oltre Bagnaia: l'Italia e la Romagna in crisi di piloti, è ora di svegliarsi

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L’Italia si gode il suo campione del mondo e, come spesso accade, si addormenta sugli allori, mentre dalla Romagna arrivano chiari segnali di crisi. Da 7 piloti a 2 in un anno: la presenza romagnola in MotoGP cala drasticamente ed è allarme tricolore! Avremo due rappresentanti di primo piano nel mondiale 2023, in Enea Bastianini e Marco Bezzecchi, entrambi attesi sul podio, ma mancheranno del tutto i nostri in Moto2 e Moto3.

Il segnale è brutto e, se vogliamo, anche preoccupante. I piloti italiani vanno in Supersport, dove trovano più spazio, sulle orme di Andrea Locatelli, Lorenzo Baldassarri, Nicolò Bulega, Federico Caricasulo e Stefano Manzi. La scuola romagnola ed italiana si è seccata in MotoGp. La ragione è chiara: la Academy Vr46 ha raggiunto la MotoGP, ma ha lasciato tutto il resto, mutando pelle: da scopritrice e sostegno di talenti a team di altissimo livello. La scuola del dottor Rossi ha chiuso i battenti: lasciato nel 2021 il team Moto3, ceduto quest’anno quello Moto2 alla Fantic durante la stagione, smesso di accogliere giovani talenti a Tavullia, ma restando il clan degli “amici di Vale”. Il magnifico mondo creato da Alessio Salucci per conto di Vale ha chiuso le porte: chi è dentro è dentro chi è fuori e fuori. Non solo il Vr46 ha smesso di coltivare un vivaio, ma lo hanno fatto anche il Gresini Racing, che ha abbandonato la Moto3 nel 2022, e il Sic 58, che sta cercando piloti in grado di aiutare il team. A Faenza, Nadia Padovani, ha fatto un super lavoro, portando la squadra in Ducati, per la MotoGp, e riuscendo a mantenere in gioco una “baracca” che vale milioni di euro; Paolo Simoncelli, dopo aver allevato tanti giovani, che poi lo hanno salutato senza dire grazie e senza troppi complimenti (chiedere dei vari Arbolino, Suzuki e Fellon), cerca piloti esperti di cui, magari non ti innamori, ma che poi non deludono. Risultato: i piloti italiani arrivano nel mondiale con poco sostegno e devono subito andare forte o saltano, come avveniva in epoca “pre Academy”.

Di quella generazione al vertice resta solo Lorenzo Savadori, ma ha incontrato Fausto Gresini che lo ha riportato ad alto livello, tanti sono stati bruciati in fretta. Lasciando stare Niccolò Antonelli ed Andrea Migno, che hanno avuto tante stagioni sul palcoscenico iridato per mostrare le proprie doti, così come Stefano Manzi o Mattia Pasini, quest’anno abbiamo “bruciato” due talenti nostrani di valore: Elia Bartolini, uno degli ultimi giovani dell’Academy, portato in un team Avintia che non ha brillato in questo 2022, e un Alessandro Zaccone che si è smarrito nel Gresini Racing Moto2, anche se il compagno di squadra Salac è andato più forte. Sia Zac che Elia devono ora trovare un sellino per il 2023 lontano dal mondiale e questo non va bene, un pilota dovrebbe avere un paio di stagioni di tempo in una squadra buona o discreta, prima di vedersi la porta chiusa in faccia.

Adesso brindiamo: in MotoGP abbiamo il campione in carica, Pecco Bagnaia, il 2° più vincente del 2022 e 3° nel campionato, Enea Bastianini, un Marco Bezzecchi che va fortissimo, un Franco Morbidelli da ritrovare e un buon Fabio Di Giannantonio nel Gresini Racing, ma dietro? C’è Arbolino, lanciato dal Sic 58 anni fa e arrivato ad essere una delle stelle Moto2, insieme a un Celestino Vietti Ramus da “megapunto interrogativo”, dopo una seconda parte di campionato da brocco, in crisi nera (forse il passaggio da Vr46 a Fantic non proprio indolore?), con un Lorenzo Dalla Porta uscito da guai fisici e da un arrivo in Moto2 difficile e con l’arrivo di Dennis Foggia. In Moto3 ci sarà il rientro di Romano Fenati, che può vincere il titolo ma non può rappresentare un prospetto futuro, con un buon Stefano Nepa, un Riccardo Rossi che va forte in tre o quattro gare, Matteo Bertelle al secondo anno e un giovane Filippo Farioli, che arriva dalla Red Bull Rookies Cup. Pochino Pochino per il nostro futuro e la nostra tradizione.

Pochissimo per la Romagna. La Fmi aveva portato, nel 2022, Bartolini, Bertelle e Surra: due sono stati già bocciati e questo non è strategicamente possibile. Giovanni Copioli, presidente federale, e i suoi uomini, devono intervenire, ricostruendo il rapporto con squadre forti e inviando in queste i nostri piloti. Il Sic 58 può essere un team-scuola, che sostituisce quello che avevano fatto il Vr46 (che ha portato in vetta Bagnaia, Morbidelli e Bezzecchi) ed il Gresini Racing (dal team faentino sono stati lanciati sia Bastianini che Di Giannantonio). La Spagna continua a sfornare e lanciare piloti a getto continuo, noi, dopo un bel lustro, siamo tornati a dormire, forse perché abbiamo bevuto troppo spumante: sveglia! Vale si è stancato del giochino, il Gresini Racing ha concentrato le forze nella MotoGp, ma l’Italia deve trovare una alternativa e tocca alla Fmi muoversi per tempo.

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