È stata rinviata al prossimo gennaio l’udienza relativa alla tragica morte dei tre fratelli schiacciati dal crollo di un silos a Bertinoro nell’aprile 2023. Il rinvio è stato disposto per dare spazio e tempo alle trattative in corso tra la famiglia delle vittime e la compagnia assicurativa dell’azienda agricola coinvolta nel tragico incidente. Questo è quanto è stato stabilito ieri davanti al giudice per le indagini preliminari, Massimo De Paoli. I genitori dei tre giovani e la sorellina sopravvissuta, assistiti dall’avvocato Alessandro Sintucci, si erano regolarmente costituiti parte civile nel procedimento giudiziario. L’obiettivo delle negoziazioni in corso è il raggiungimento di un accordo risarcitorio (sono stati chiesti 4 milioni di euro) che, se concluso positivamente, porterebbe la parte civile a ritirarsi dal processo. La trattativa, infatti, riguarda esclusivamente l’aspetto civile della vicenda. Qualora si giunga a una transazione e la famiglia dovesse uscire dal processo, l’azione penale a carico degli indagati (lo zio dei tre fratellini difeso da Antonio Baldacci e il legale rappresentante dell’azienda agricola dove è avvenuta la tragedia, tutelato da Antonio Giacomini) seguirà comunque il suo corso. L’ipotesi di reato della Procura (pm Laura Brunelli) è omicidio colposo plurimo per l’incidente del 7 aprile 2023 dove morirono tre giovanissimi: Fatima, Ousama e Marva Boulgoute, rispettivamente 18, 13 e 9 anni. Fratelli e sorelle che si muovevano in auto nel cortile dell’azienda agricola “Casagrande” di San Pietro in Guardiano, e dove morirono sul colpo schiacciati dal peso del maxi container di mangime crollatogli addosso. La Procura ha chiesto che a rispondere di quelle morti sia, appunto, uno zio delle vittime, tra le quali la ragazza 18enne che probabilmente si stava “allenando” nel cortile dell’azienda a guidare l’auto in compagnia dei fratellini, prima dell’impatto fatale. Insomma, bisognerà capire se la decisione di lasciare le chiavi dell’Opel Zafira sia stato incauto da parte sua. L’altro imputato, invece, è il legale rappresentante dell’azienda agricola. Nel corso delle indagini, tra l’altro, sono state fatte anche diverse perizie per capire se i silos fossero stati costruiti come da progetto, se dovevano avere delle barriere e cartelli per segnalarne la pericolosità.
Forlì, fratellini schiacciati dal silos: si cerca l’accordo sul risarcimento