Forlì, l'esperto: le casse di espansione funzionano per i fiumi

Archivio

Anche l’alluvione, come ogni grande evento, positivo o negativo che sia, fa spuntare tuttologi ed esperti del ramo. Così ecco che le giornate successive al disastro che ha colpito la Romagna, in tanti si sono sentiti in diritto di parlare di fiumi, portate, argini, casse di espansione, aree di laminazione, trovando il loro “colpevole”. Fausto Pardolesi, funzionario dell’Ufficio regionale sicurezza territoriale e protezione civile di Forlì sfata alcune di queste posizioni. «Sento dire che bisognava fare casse di espansione, ma le casse di espansione ci sono, se ne può fare qualche altra e comunque dove si potrebbero fare l’acqua ci è andata lo stesso, quindi diciamo che ha funzionato tutto il volume disponibile, più o meno morfologicamente organizzato, però è stato tutto invasato. E ha dato un contributo importante perchè se non ci fossero state quelle aree che si sono allagate, sotto via Firenze, vicino all’ospedale sul Montone e Rabbi, fra la via Emilia e la strada Forlimpopoli-Meldola sul Ronco, la situazione a valle sarebbe stata ben più drammatica. Purtroppo sono zone che non hanno difese prima che l’acqua sbattesse lì, perchè ci sono ancora fabbricati in aree allagabili. Il futuro? La morfologia dei fiumi è già cambiata in vallata, da noi in pianura ristruttureremo gli argini un po’ scassati, stiamo già provvedendo su quelli rotti e poi ci sarà da decidere sugli investimenti. Si dovrebbe a mio avviso non ricostruire tutto come prima ma allargare, spostare argini, difendere solo gli abitati, delocalizzare».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui