Concerti in ospedale a Forlì, medici e studenti al pianoforte

FORLI'. Quando finiscono il loro turno in ospedale e appendono il camice bianco nell’armadietto, alcuni medici e infermieri dell’ospedale uniti dalla passione per la musica, si siedono davanti al pianoforte a coda nell’atrio del padiglione Morgagni e suonano per i pazienti e i loro familiari. Le note che si librano nell’aria hanno la potenza di andare oltre le parole e di colmare qualche piccola distanza che a volte può esserci tra sanitari e pazienti. «L’idea – spiega Francesco Girelli, medico specialista in Reumatologia del reparto di Medicina interna che fin dai tempi della scuola ha la passione della musica – nasce dall’idea suggerita da Enrico Valletta, primario dell’unità operativa di Pediatria. L’obiettivo è quello di migliorare l’atmosfera dell’ospedale, luogo non solo di cura ma in cui vanno perseguiti i rapporti di umanizzazione e in questo senso la musica favorisce questo migliore scambio tra il personale ospedaliero, i pazienti e i loro familiari in maniera meno formale di quella che è una visita in cui c’è un apparente distacco». Le note hanno anche la potenza di saldare i rapporti tra colleghi all’interno del nosocomio poiché permette di conoscere aspetti dei professionisti che all’interno dell’attività clinica non sempre sono facili da cogliere. I brani interpretati sono i più variegati e spaziano dalla musica classica a quella più moderna. «Sono sempre brani molto orecchiabili – continua il medico - . Sotto Natale con Federico Buggi, medico di Senologia che suona il basso, dopo il turno di lavoro, abbiamo interpretato un pezzo dei Doors e uno dei Rem. I brani conosciuti hanno una forte presa su coloro che passano e ascoltano. Molti si fermano e chiedono di suonare ancora, altri ringraziano e proseguono». A cimentarsi davanti ai tasti bianchi e neri del pianoforte, un Kawaj a mezza coda di 185 cm, sono anche gli studenti universitari di medicina del terzo anno che, da quest’anno, seguono le lezioni a pochi passi, in sala Pieratelli. Non mancano, poi, i ragazzi delle scuole di musica spinti anche dalla voglia di misurarsi con il pubblico oltre che dall’opportunità di poter avere a disposizione uno strumento di pregio. «Il pianoforte – spiega Paola Battaglia, socia Rotary e musicista - è stato donato dal Rotary Club di Forlì per realizzare il progetto, nato lo scorso anno come espressione dell’attività della sottocommissione “Avvicinamento all’arte ed alla musica”, da me presieduta. Ci abbiamo messo quasi un anno, in pieno Covid, per trovare uno strumento di pregio che rientrasse nel budget del club». Poi, nel giugno scorso, lo strumento è stato posizionato all’interno dell’atrio e inaugurato con il primo concerto. «L’idea – continua – non è meramente quella di mettere a disposizione uno strumento ma di dare una programmazione. Abbiamo, infatti, messo in campo una progettualità con le scuole di musica di Forlì per realizzare una serie di piccoli concerti settimanali per far suonare i ragazzi che studiano musica nelle scuole e quindi dar loro la possibilità di esibirsi». L’atrio del Morgagni è, giorno dopo giorno, sempre più frequentato da chi vuole regalare qualche canzone a chi si reca in ospedale. «Sia mercoledì della scorsa settimana che due giorni fa – dice Battaglia – gli studenti di Ilaria Mazzotti, direttrice artistica dell’accademia “InArte” sono andati in ospedale a fare piccoli concerti. C’è poi un progetto anche con l’orchestra del maestro Paolo Olmi per organizzare 4 o 5 concerti destinati alla cittadinanza all’interno dell’ospedale il sabato pomeriggio o alla domenica”. Accanto all’obiettivo primario di portare gioia all’interno del nosocomio, si sta affermando sempre più anche come un’occasione per chi ama la musica. «E’ un’opportunità, dopo anni di chiusura in cui i concerti non erano possibili e i ragazzi hanno dovuto suonare nelle loro case. Quando un giovane studia ha bisogno di cimentarsi davanti ad un pubblico. Poterlo fare in un contesto dove si fa del bene, suonando senza l’occhio critico di un pubblico che può creare timore, dà una certa propensione alle esibizioni. Per un ragazzo che suona musica poterlo fare liberamente in un pianoforte a coda è infine un’opportunità grande per un giovane pianista».

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