Forlì, anche il Covid Hotel alle prese col caro bollette

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Hanno resistito a tutte le ondate della pandemia sin da quando hanno dedicato la loro vita, e non solo dal punto di vista professionale, a prendersi cura delle persone che il Covid costringeva all’isolamento o quanto meno alla quarantena preventiva. E dall’aprile del 2020, quando hanno iniziato a farsene carico, sono state oltre 1.600 persone di tutte le età e nazionalità. Ora Daniele Casadio, la sua famiglia e tutti i collaboratori del “Paradise Airport”, il primo e ormai unico “Hotel Covid” della provincia di Forlì-Cesena, rischiano di soccombere non al virus, ma alla grande onda dei rincari energetici. Bollette salatissime quelle che da dicembre stanno arrivando all’indirizzo della struttura ricettiva di via Fontanelle, al punto che la convenzione stipulata con l’Ausl per ospitare uomini e donne in attesa di negativizzazione o in monitoraggio per contatto stretto con positivi, non è più sostenibile. «Purtroppo no – ammette il titolare – il rincaro dei costi di luce e gas è pesantissimo per una struttura alberghiera che deve tenere riscaldate tutte le sue 40 camere a prescindere da quante ne siano effettivamente occupate. Anche perché, con i nuovi protocolli sulle quarantene abbiamo un turnover notevole di ospiti e a cadenza quotidiana per una stanza che si svuota, un’altra viene occupata. Dal mese di dicembre ci sono state recapitate bollette triplicate, aumenti dei costi del 300% il cui importo effettivo ora è al vaglio del nostro commercialista, ma che mi portano già a dire che, così, non posso più garantire il servizio».

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