Fiumana, in estate la seconda campagna di scavi

Archivio

Nel 1956 durante dei lavori agricoli, un aratro “inciampò” casualmente nel basamento di una statua in bronzo di circa due metri. Inizia così la storia di Ca’ di Mezzo località della frazione di Fiumana in cui è stata rinvenuta (per ora) una villa romana probabilmente risalente a un nobile di Forum Livi. I risultati degli scavi effettuati nel luglio scorso con il sole che picchiava a 40 gradi, sono stati presentati ieri mattina nella gremita sala Europa, a fianco del teatro comunale.

«Le prime ricerche – ha spiegato Riccardo Villicich, docente dell’Università di Parma e direttore degli scavi – furono effettuate da Giovanna Bermond nel 1960 e 1962 portando alla luce una struttura quadrilobata di una villa con una parte produttiva per il vino ed una più residenziale. In realtà il sito pluristratificato che va dall’età del ferro al tardo avanzato antico era noto da fine Ottocento. A 120 metri di distanza, verso Oriente c’è un secondo padiglione risalente al quarto secolo dopo Cristo formato da una pianta centrale con quattro absidi. Il problema è che questa area è stata soggetta alla cosiddetta spoliazione con molto materiale utilizzato nel Medioevo in castelli e monasteri. Nell’insediamento più piccolo si notano percorsi termali – ha aggiunto Villicich – in quello maggiore ancora non sappiamo potrebbe anche essere un mausoleo». Adesso è prevista una seconda campagna dal 19 giugno al 14 luglio che il direttore degli scavi inquadra così: «Abbiamo esplorato l’area anche con tecniche più moderne, si pensi ad esempio a Google Earth, adesso vogliamo scavare in estensione il complesso termale per comprendere come si collocano i due padiglioni, poi c’è un’area vicina inesplorata, che sembra interessante».

Romina Pirraglia della Soprintendenza ha spiegato: «Sull’area di 20mila metri quadrati abbiamo concesso una licenza di scavo triennale dallo scorso giugno, rinnovabile. Si tratta di particelle catastali dichiarate di interesse archeologico fin dal 1978 mentre quelle adiacenti sono state dichiarate di interesse culturale nel 1989 facendole diventare in pratica riserva archeologica che di fatto ha posto l’area come non edificabile».

Marco Gregori, dottorando di ricerca dell’Università parmense ha spiegato come sono stati effettuati quattro saggi nell’area: «In totale su 2800 metri quadrati ne abbiamo esplorati 105 ma servivano per capire la condizione delle strutture su cui torneremo in estate per altri rilievi». Mentre Alessia Morigi co-responsabile degli scavi di Fiumana non ha dubbi: «Ci sono molte similitudini fra la villa romana di Fiumana e quella di Teodorico a Galeata».

Il sindaco Roberto Canali è visibilmente soddisfatto per le scoperte archeologiche di Fiumana.

Come si è generato questo interesse dopo anni di oblio?

«Ci siamo fatti contagiare dal nostro consigliere comunale Alan Gori che con il gruppo Archeologico Predappiese, sorto nel 1997 si era documentato su questo sito. Per me è un piacere essere arrivato a questi risultati considerato che tutti sapevano ma nessuno si era mai posto la necessità di approfondire».

Con chi avete collaborato?

«L’università di Parma e la Soprintendenza alle belle arti ci hanno assecondato in questa nostra volontà di ricerca. Il primo contatto l’abbiamo avuto nel 2020 ma siamo ripartiti nel mese di giugno 2021 dopo la pandemia. Solo adesso presentiamo i risultati perché non ci piace fare chiacchiere al vento ma dimostrare con i fatti».

Quale significato ha questo sito archeologico per la frazione di Fiumana?

«Si può ipotizzare la creazione di un nuovo polo turistico per Fiumana nel prossimo futuro vista l’importanza degli scavi condotti».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui