Rogo doloso alla materna: l'arrestato era in cella con falso nome

Per oltre quattro mesi è rimasto in carcere sotto falso nome, in stato di arresto per avere dato fuoco a una scuola. In mancanza di documenti, la sua identità era passata per buona, e così è stato finché non molti giorni fa ha fornito per la prima volta il contatto di un conoscente che a suo dire avrebbe potuto ospitarlo consentendogli così di uscire dalla cella. Quell’uomo era in realtà suo padre; che non solo era del tutto ignaro che il figlio si trovasse in carcere dopo avere fornito un nome di fantasia, ma ne aveva pure denunciato la scomparsa pochi giorni prima dell’arresto. E’ questo il bizzarro retroscena emerso in occasione dell’udienza preliminare nei confronti dell’uomo di 41 anni che la mattina del 2 marzo scorso ha incendiato la scuola materna statale di San Martino in Gattara poco prima dell'ingresso dei 18 bambini. Una vicenda che viaggia sul filo del disagio sociale e psicologico, al punto che ieri il gip Andrea Galanti ha rinviato l’udienza fissata con decreto di giudizio immediato, affidando la redazione di una perizia psichiatrica al dottor Roberto Zanfini, per valutare le capacità cognitive dell’imputato.
L'articolo intergrale nell'edizione del Corriere Romagna, in edicola il 14 luglio