Emilia Romagna Festival dall'1 luglio all'8 settembre

Un festival diffuso che toccherà molti luoghi in questi giorni tristemente agli onori delle cronache. Ma a Forlì, Faenza, nella bassa Romagna e si spera anche a Tredozio, Emilia Romagna festival ha tutte le intenzioni di portare, pur nella sofferenza, musica, bellezza, solidarietà, senso della comunità.

La 23ª edizione della manifestazione diretta da Massimo Mercelli torna a proporre classica e jazz, world music e letture «con la Romagna nel cuore, e nel cuore della Romagna»: 50 appuntamenti in una trentina di località delle province di Bologna, Ravenna, Ferrara e Forlì-Cesena, con le new entry Cesena e Budrio, «in una impegnativa architettura di appuntamenti» la definisce Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana.

Prima mondiale

In programma anche diverse prime e la residenza di un artista come Nicola Piovani: il premio Oscar l’11 luglio alla Rocca Sforzesca di Imola propone quindi la world première commissionatagli da Erf, “Tre fenomeni Vivaldi-Piovani, i concerti della natura”, ispirata a tre celebri concerti di Antonio Vivaldi ed eseguita da I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella e dallo stesso Piovani, con Massimo Mercelli al flauto.

Si parte da Forlì

L’inaugurazione si svolge invece all’Arena San Domenico di Forlì (1° luglio) con Isabella Ferrari che porta sul palco “Le eroine” di Ovidio, con le musiche di Fryderyk Chopin eseguite al pianoforte da Roberto Prosseda. La conclusione invece (8 settembre) è affidata al pianista iraniano Ramin Bahrami: al chiostro di San Francesco a Cesena con l’amico Mercelli rende omaggio a Bach e a Krzysztof Penderecki di cui viene eseguita la prima italiana del “Preludio”.

Bahrami, fra l’altro il 4 luglio a Villa Ranuzzi Cospi di Bagnarola di Budrio esegue un suo cavallo di battaglia, le “Variazioni Goldberg”.

Le anteprime

Due le anteprime: il 21 giugno al Palazzo Vescovile di Imola si esibiscono Fulvio e Gabriele Fiorio: il ricavato sostiene il Museo Carlo Zauli di Faenza danneggiato dall’alluvione, mentre già una parte del ricavato del recente concerto imolese di Peppe Servillo è andato alla scuola di musica Artistation di Faenza, anch’essa devastata due settimane fa. Il 26 giugno poi al Chiostro di Francesco di Cesena il Gruppo del Barrio dedica uno spettacolo alla tradizione popolare dell’Argentina. Difficile sintetizzare tutti gli appuntamenti: spicca quello del 19 luglio alla chiesa del Carmine di Imola. Con l’organista Giulio Mercati Mercelli si ricorda don Ignazio Spadoni che nel suo oratorio instradò alla musica tanti giovanissimi interpreti fra cui lo stesso celebre flautista. Molte le formazioni orchestrali, da l’ Orchestre Royal de Chambre de Wallonie (20 luglio, Arena San Domenico di Forlì) alla Estonian Sinfonietta Soloists, che il 18 luglio al Chiostro di Cesena con Carlo Torlontano al corno delle Alpi e Cristian Lombardi al flauto, esegue una prima assoluta di Lamberto Curtoni e una prima italiana di Arvo Pärt.

Ma alla musica “Erf” associa spesso parola e danza: il 7 settembre al Pavaglione di Lugo, la violista Anna Serova accompagnata dal duo Tango Sonos, propone “Tango all’opera”, mentre il recital di Alessandro Preziosi “Il mio cuore è con Cesare” tratto dal Giulio Cesare di Shakespeare va in scena il 27 luglio al Parco dell’Abbazia di Pomposa con musiche originali di Giacomo Vezzani.

Programma spaziante

Fra gli obiettivi di “Erf” e del suo direttore artistico c’è infatti l’attenzione «a un programma spaziante, capace di promuovere la musica contemporanea attraverso le proposte di compositori viventi, come cento anni fa succedeva per le opere di Verdi o Puccini». Importante però anche «la diffusione della cultura nei borghi» commenta Beatrice Fontaine, proprietaria di Palazzo Fantini a Tredozio, dove Elio il 15 luglio riceverà il Premio alla carriera Erf 2023. Insomma, la sintesi della rassegna la fa l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori: «L’attenzione ai giovani, alla contemporaneità, al decentramento culturale sono tratti politici e democratici non così diffusi. Si tende a concentrarsi infatti sugli “happy few” e a lasciare poco alle periferie: geografiche e sociali. Anche in questo, l’aspetto romagnolo di Erf riequilibra lo sbilanciamento verso l’Emilia, che a volte ha l’offerta culturale maggiore della nostra regione. E se in questo momento bisogna ricostruire ponti, strade, case, occorre anche rafforzare e sostenere lo spirito pubblico, il senso collettivo di riscatto. “Emilia Romagna festival” sta dentro questo grande orizzonte, e per questo, quest’anno, vale due volte…».

Info: 0542 25747

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