Dalla Finlandia alla Valmarecchia, una vita nel Turismo. «Macché connubio mare-montagna, vuoi mettere Pennabilli? Sembra uscita da un quadro del Rinascimento». Non ha dubbi Virpi Virta che, nata a Helsinki 52 anni fa, è giunta a Milano mentre stava ultimando la tesi, per non andarsene più. A trattenerla l’amore per l’uomo di origine meneghina («è nordico come me», dice ridendo) che poi le ha messo l’anello al dito. Proprio con lui ed i figli si è era trasferita sul lungomare riminese, scoprendo il territorio pennese solo nel 2004, in cerca della seconda casa. «Per compensare la sabbia rovente, il caos estivo e la nebbia dopo 12 anni la mia anima finlandese voleva del verde come gli immensi boschi che porto nel Dna». I conoscenti allora non usarono giri di parole: “Che andate a fare in mezzo ai greppi?”. «Ora lo so di preciso – dice d’un fiato -. Respirare aria pulita, ammirare nel silenzio la Via Lattea, avere spazio. Ma anche whatsappare i vicini: “Hai delle uova? Ti porto la mia farina”. Non è forse bello e anche green?».
Gli appartamenti
Nel dettaglio il suo personale angolo di Paradiso si trova a Poggio di Bascio, a 650 metri di altitudine, vicino al Sasso Simone e Simoncello, «nella frazione “sperduta” di Molino di Bascio, sul confine con la Toscana e a un tiro di schioppo da Marche e Umbria».
Lì ha creato “Alto poggio”, trasformando con anni di lavoro un casolare centenario in tre appartamenti-vacanza, a cui ha dato i nomi delle piante circostanti, “Mora”, “Ginestra” e “Lavanda.
«Il nostro benvenuto è il profumo dei fiori che si sente imboccando la strada. Ho fatto quasi tutto con le mie mani ed ogni tanto posso sedermi anch’io a godermi il giardino».
I primi turisti, dei francesi, arrivano nel 2009. Virpi e il marito avevano investito tutto, credendo in un «posto strategico che per souvenir regala emozioni». Emozioni che partono dai «sapori della tavola e dal nastro sottile delle strade, nate come mulattiere. Dove camminando capita di imbattersi in caprioli, tassi o volpi, ma anche in qualche lupo che non temiamo».
Mille proposte
Oggi si sente «adottata dai pennesi e cerca di rendersi utile, aiutando chi ha bisogno». Intanto con il marito lavora in smart working da oltre 20 anni e sta creando “Italian Valleys” un sito per promuovere le vallate in chiave turistica allargata. Ma non solo, Virpi è anche guida e tour designer e collabora con agenzie straniere, come consulente. Ha creato inoltre workshop per amanti dell’arte che vengono a dipingere all’aria aperta. E ha lanciato corsi di italiano per stranieri abbinati a visite enogastronomiche.
Certo è che le avventure non mancano. «Ho soccorso un’ospite che si era persa dal bosco», ricorda. Nel 2016 poi è stata nominata assessore al Turismo (nella lista del sindaco Mauro Giannini dimettendosi per motivi personali, ndr). «Credo di essere stata il primo assessore straniero in assoluto nella storia di Pennabilli e forse anche della vallata» – commenta -. Un’esperienza che mi ha «fatto capire le difficoltà quotidiane delle piccole amministrazioni montane, ma anche che nel turismo è vitale oltrepassare i confini e il campanilismo». La soluzione? «Varare progetti di promozione che partano dal basso, corrispondendo in modo preciso e verificabile alla domanda. Troppo spesso ci si crogiola nella nostalgia o si disperdono soldi pubblici in progetti lungimiranti solo sulla carta, alimentando disinteresse e scetticismo». E ancora: «Serve una promozione allargata. Pennabilli è un campo-base perfetto per visitare i dintorni. Del resto solo qui mi sento a casa mia, sperduta in mezzo a paesaggi che hanno ispirato i maestri rinascimentali e che lasciano senza fiato».
Disagi nei servizi
Non è stato tutto rose e fiori, però: «Talvolta mi pesano la mentalità chiusa e anche i disagi nei servizi di base ma basta affacciarmi sulla terrazza per far pace col mondo». I suoi cliente vengono soprattutto dal Nord Europa ed è lei a cercarli «con un lavoro quotidiano di marketing e psicologia». Intanto sul connubio mare-montagna «promosso da molti» esprime perplessità: «Sono due modalità di villeggiatura distinte. Pensare che l’una rafforzi l’altra è solo teoria. Meglio puntare – afferma – su una promozione focalizzata e di nicchia, valorizzando i punti di forza dell’entroterra». Al netto del calo di presenze dovuto alla pandemia, ora l’agenda, pur essendo ancora nelle mani del virus, accoglie prenotazioni fino a fine settembre.
E qualsiasi cosa ci aspetti, conclude, «vedere clienti arrivare stressati e ripartire sorridenti non ha prezzo».