Un antico fienile trasformato in struttura ricettiva. È l’impresa riuscita alla 55enne bellariese Emanuela Ceschi assieme al coniuge Gianni Silvagni.
Ceschi, lei lavora anche come impiegata, perché lanciarsi in quest’avventura?
«Mio marito e io ci siamo innamorati di Moleto, un borgo di 15 abitanti incastonato tra due torrenti presso Pennabilli. Era il 2016. A un indirizzo da favola, abbiamo acquistato un rudere e l’annesso fienile in pietra risalente a fine Ottocento».
Dove sorge il complesso?
«Gli edifici s’innalzano ai margini del bosco costellato in prevalenza da salici e faggi; sono abbracciati da campi coltivati a due passi dal parco del Sasso Simone e Simoncello e sorvegliati dallo sguardo del Monte Carpegna. A due chilometri si staglia il lago di Soanne mentre Pennabilli ne dista sette, San Leo 14, San Marino 35. A portata di escursione anche Rimini che sorge a 50 chilometri e Urbino a 55».
Il restauro è terminato?
«La struttura è tornata a vivere, dopo decenni di abbandono e sette anni di lavori. Abbiamo realizzato un sogno, eleggendo l’ultima casa del borgo a rifugio del weekend e destinando a eventuali visitatori il fienile. Dal restauro è sorto un monolocale di circa 30 metri quadri, con soppalco dotato di due letti, oltre al divano letto. Per noi è un luogo del cuore: difficile raccontare i cieli stellati o il silenzio, punteggiato dal frinire delle cicale o dalla voce dei torrenti, sulla scia delle lucciole. Ci siamo trovati davanti un complesso diroccato ma, dopo l’attenta riconversione e un restauro conservativo, ogni spazio ha ripreso vita. Anche il giardino ora è colorato da meli e noci, peri e ciliegi. I viaggiatori troveranno una chicca armonizzata con la natura, dove rilassarsi in piena autonomia. Un comfort rispettoso dell’ambiente anche negli interni, dove spiccano arredi antichi: dal lavello della cucina al lampadario passando per i letti in ferro battuto».
In Valmarecchia è annosa la carenza di strutture ricettive.
«Infatti a soggiornare per prima è stata una coppia di amici, giunta per Artisti in piazza, il festival che richiama visitatori e protagonisti da ogni dove. Non trovando alberghi a sufficienza, in tanti sono costretti a dormire in tenda. Ci proponiamo come soluzione anche in corrispondenza di feste nei Comuni limitrofi».
Identikit dell’ospite ideale.
«Il nostro è un rifugio alternativo, adatto a sportivi a 360 gradi e appassionati di ferie all’aria aperta, tant’è che intendiamo contattare il Cai (Club alpino italiano). Lo spazio risulta ideale per chiunque voglia staccare la spina con una vacanza riossigenante. Siamo agli inizi, ma ci adatteremo volentieri a fornire quanto occorre, in primis lenzuola e asciugamani. Il resto sarà tutto merito dello splendore della Valmarecchia».