Croazia in Europa, export da Rimini milionario: i numeri di una grande opportunità

A prima vista una concorrente diretta sul mercato internazionale (soprattutto turistico con i 418.000 visitatori italiani e i 2 milioni di pernottamenti nel 2022), la Croazia è nei fatti una terra di interscambi economici e crescenti opportunità. Un Paese che genera già import ed export per milioni di euro con la Romagna e che oggi, grazie al completamento del percorso di piena integrazione nell’Unione Europea, vede ampliare ancor più appeal e opportunità per il nostro territorio. A tracciare una panoramica corredata di numeri a nove zeri è l’Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini che rileva in premessa: «Già l’inizio del percorso nel 2013 aveva dato immediatamente un bell’impulso all’import e all’export in tutta Italia e vivacizzato non poco gli scambi commerciali, ora dal 1° gennaio l’Euro è la moneta ufficiale della Croazia, che raggiunge così la piena integrazione nell’Europa e diventa il 20° Paese membro dell’Eurozona. Dalla stessa data, la Croazia è anche entrata nell’area Schengen, lo spazio di libera circolazione europea, di cui è il 27° membro. Sono state così abolite numerose frontiere marittime e terrestri, in particolare quella che separava Trieste dall’Istria, a seguito della divisione avvenuta dopo il secondo conflitto mondiale e sono eliminati quindi i controlli di frontiera ai confini terrestri e marittimi con l’Italia e gli altri Paesi europei, mentre quelli aeroportuali rimarranno fino al 26 marzo 2023».

Impennata nel 2022

Nei primi nove mesi dello scorso anno, la nostra provincia ha fatto esportazioni verso la Croazia per 17,1 milioni di euro, lo 0,8% del totale ma con un aumento del 10,7% sullo stesso periodo del 2021 in un panorama complessivo che ha visto una crescita del 15,4% dell’export. I principali prodotti esportati sull’altra sponda dell’Adriatico sono articoli da abbigliamento (29,8% del totale è +3,3%), Macchinari (24,1% e +3,7%) e prodotti alimentari (14,4% e addirittura +30,6%). Le importazioni sono state invece pari a 3,3 milioni di euro (lo 0,3% del totale) e sono cresciute del 60% rispetto al 2021: riguardano prevalentemente articoli di abbigliamento (27,9% del totale) e prodotti della Pesca (21,5%). Il saldo commerciale è positivo e quindi di 13,8 milioni di euro correnti, l’1,3% del totale territoriale.

Così in Romagna

Allargando l’orizzonte all’intera Romagna, fra il 1° gennaio e il 30 settembre 2022 l’interscambio commerciale è ammontato a 67 milioni di euro, le esportazioni sono state pari a 49,5 milioni con un incremento del 38%, le a 17,5 milioni di euro (+ 70,5%) e il saldo commerciale è positivo per 32 milioni di euro correnti. L’export è fatto soprattutto di mezzi di trasporto (25,3% del totale e +309%), macchinari (13,4%, ma -4,4%), articoli di abbigliamento (12,7% e +6,5%), prodotti alimentari (9,6% e +23,8%) e apparecchiature elettriche (7,8%, -7,2%). L’import si articola invece prevalentemente in prodotti agricoli (43,6%) e articoli di abbigliamento (8,6%), con il Riminese che si caratterizza anche per i prodotti per la pesca e il mare.

Mercato in grande sviluppo

Nel rilevare come al momento, pur con crescite in certi segmenti nell’ordine del 60-70% («a Rimini soprattutto nel importazioni per la pesca e l’acquacoltura») non si tratti ancora di numeri di particolare rilievo sul totale dell’import-export del territorio, il presidente Carlo Battistini evidenzia «l’importanza di prestare sempre molta attenzione allo scenario e ai suoi cambiamenti», ancor più «con Paesi vicini in senso geografico e anche del mercato e in un contesto di conseguenza di grande interconnessione». «Con questa analisi vogliamo allertare i nostri imprenditori su un cambiamento e un Paese che vanno guardati con occhi diversi. L’ingresso nell’area Euro e Schengen comporterà infatti facilitazioni di vario tipo e renderà gli scambi più agili e la Croazia è fra l’altro destinataria di importanti risorse del Recovered and Resilience Facility e del Pnrr che genereranno investimenti e quindi importante domanda di importazione di macchinari. Se è vero che in certi comparti c’è il rischio di un competitor vicino di casa, numeri degli interscambi e opportunità sono destinati ad ampliarsi perché l’ingresso nell’Euro stabilizza l’economia e il posizionamento sui mercati» chiosa.

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