Coronavirus, più medici al porto di Ravenna

Ravenna

La comunicazione più attesa era giunta subito e a farla era stato il sindaco di Ravenna: «Da tempo sottolineavamo, assieme a tutto il mondo portuale, quanto fosse sottodimensionato l'ufficio di sanità marittima. Oggi sono stati assunti due medici che saranno destinati all'ufficio di Ravenna. Ringrazio il ministro Speranza».
Novità positiva, ma talmente “fresca” da cogliere di sorpresa lo stesso Antonio Lepore, direttore dell'Usmaf di Ravenna che sul punto ricorda come formalmente lui sia ancora l’unico ad avere potere di firma, «ma - specifica per evitare polemiche - Quello che afferma il dirigente ministeriale per me è sacrosanto. Necessiterò allora di un raffronto diretto per approfondire questa novità evoluta nelle ultime ore».
Una coda un po’ concitata a un confronto atteso da giorni sia dai lavoratori che dagli operatori portuali, ma che alla fine sembra poter soddisfare tutti con un aumento di personale che potrà garantire prevenzione e traffici regolari.
Il confronto entra nel vivo con l’intervento di De Pascale in una gremita sala della Compagnia portuale. Obiettivo fare chiarezza sulle procedure legate alla gestione dell'emergenza sul Coronavirus.
«La sottovalutazione e l'allarmismo - spiega De Pascale - sono i due pericoli che si pongono quando ci sono situazioni sanitarie complesse». Parole che rafforzano il concetto espresso in introduzione dal presidente dell'Autorità di sistema portuale, Daniele Rossi. «Siamo qui per un contributo di serenità e chiarezza» afferma il vertice di via Antico Squero che poi ha voluto rassicurare: «I protocolli sono stati implementati e usciremo di qui rasserenati».
Gli esperti
L'inquadramento generale è stato dato dalla dottoressa Raffaella Angelini, direttrice del Dipartimento Sanità Pubblica Ausl Romagna: «Parliamo di una malattia che ha quadri severi, ma ha anche manifestazioni lievi. Ha una mortalità del 2%. Si trasmette per goccioline di saliva e, non è certo, forse per via aerea. Non è chiaro quanto sopravviva in ambiente esterno, ma certamente non a lungo. In questo momento il virus non è presente in Italia, ma è buona norma lavarsi le mani. In ogni caso è impossibile - ha sottolineato - che un pacco confezionato in Cina possa trasportarlo». Poi un'indicazione generale: «Già ora al pronto soccorso chi si presenta con sintomi respiratori al triage viene invitato ad indossare la mascherina e l'infettivologo fa gli esami. In attesa degli esiti, se il paziente presenta i sintomi del Coronavirus viene messo in isolamento respiratorio fino a diagnosi completata». E un altro elemento chiarificatore lo ha aggiunto Paolo Bassi, Direttore Malattie Infettive Ospedale di Ravenna, che ha sottolineato come «il coronavirus non si diffonde per via alimentare o viaggiando sulle merci, quindi non ha senso evitare il made in China o i ristoranti di cucina cinese per questo motivo. Inoltre non si diffonde attraverso animali domestici».
Alla fine la parola passa a Lepore che rintuzzato dai lavoratori che chiedono spiegazioni, sottolinea come per le pratiche necessarie allo sbarco: «abbiamo aggiunto anche al sabato e la domenica, due ore per giornata, la presenza di personale per il rilascio della "libera pratica sanitaria", certificazione necessaria allo sbarco. Ciò significa - ha concluso Lepore - che potremo evadere le pratiche di quelle imbarcazioni che giungono dal venerdì notte alla domenica. Al di là dei due medici aggiunti per l'emergenza, pertanto, ho dato suggerimenti perché una collega possa avere potere di firma, in aggiunta al mio, che sono l'unico che ha questa delega ministeriale».
Finale movimentato
Ed è qui che si inseriscono sindaco e Presidente dell'autorità portuale, che interrompono Lepore e specificano: «Dal ministero però abbiamo avuto rassicurazioni di un medico con potere di firma stanziale su Ravenna. Se non è così - specifica De Pascale - chiaritevi». Lepore nega, spiegando come «al momento solo io ho il titolo. Ci sarà la possibilità, una volta formato il personale, di garantire ciò che sindaco e presidente dell'Adsp mi sta chiedendo e che sappiamo necessario da due anni». Ma il sindaco non molla: «Sia chiaro nessuno la attacca personalmente - assicura De Pascale - ma fra l'ufficio nazionale e quello regionale avete idee diverse». E Rossi chiede fuori dai denti: »Ma cosa è necessario perché queste due persone affidate a Ravenna abbiano possibilità di firmare?». «L’autorizzazione è data dalla mia direzione». Al che De Pascale incalza: «Il dirigente del Ministero, Da Mario, mi conferma che i due medici avranno la possibilità di firmare e che saranno stabilmente a Ravenna». Lepore a quel punto annuisce: «Quello che afferma il dirigente Da Mario per me è sacrosanto».

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