Ciclismo, per Cantoni una nuova avventura nel team Hopplà

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Successo di tappa e maglia rosa. Il giorno perfetto di Andrea Cantoni, ciclista Under23 cesenate, si è concretizzato il 3 giugno quando l’ex atleta del team #InEmiliaRomagna vinse a Riccione la prima tappa del Giro Baby e conseguentemente indossò la prima “rosa”. Un doppio colpo che poteva spalancare l’annata di Cantoni e che invece è stato l’unico squillo di una stagione agrodolce.
«È stato un anno particolare - spiega l’atleta cesenate - con diverse ombre e con una luce grandissima. Francamente faccio fatica a definirlo un anno negativo, perché la vittoria e la maglia rosa al Giro d’Italia Under 23 hanno un valore altissimo e saranno sempre un gran ricordo. Però ho avuto tanti problemi fisici, probabilmente ho avuto il Covid senza accorgermene e in definitiva ho goduto di una condizione accettabile solamente per due mesi. E in quei due mesi, Giro a parte, non sono riuscito a raccogliere i risultati che sarebbero stati alla mia portata».
E a settembre, in vista della decisiva stagione 2022, l’ex vice-tricolore Allievi ha fatto una scelta drastica, lasciando il team #InEmiliaRomagna che lo aveva sempre accompagnato tra i dilettanti e firmando per i toscani della Petroli Firenze Hopplà.
«È stata una scelta ragionata - prosegue lo scalatore romagnolo - ed è stata ovviamente anche sofferta. In pratica ho corso con Michele Coppolillo e Mauro Calzoni per cinque stagioni, perché sono stati i miei direttori sportivi anche nel biennio da Juniores con l’Italia Nuova. Non ci sono stati problemi, ho semplicemente deciso che era arrivato il momento di cambiare e di mettermi in discussione in un’altra realtà, uscendo da quella che poteva diventare una confort zone anche dal punto di vista degli stimoli e delle aspettative. E ho accettato con entusiasmo la proposta della Petroli Firenze Hopplà».
Cantoni sarà all’ultimo anno Under 23, un crocevia per capire se il ciclismo potrà essere il futuro o se i sogni di diventare professionista saranno destinati a essere riposti per sempre nel cassetto. «Non ho mai pensato che questo potrebbe essere il mio ultimo anno da ciclista agonista. Potrebbe anche esserlo, ma non mi interessa e non voglio pensarlo. Vado in bici perché mi piace e perché continuo a pensare di poter diventare un ciclista professionista. Darsi un termine potrebbe essere un limite, preferisco ragionare giorno dopo giorno, gara dopo gara e vivere la stagione a piccoli obiettivi. È chiaro che, per tipologia di corridore, l’ideale sarebbe raggiungere la migliore condizioni in vista del Giro d’Italia o di corse a tappe importanti. Ma potrebbe essere anche un limite e per passare professionista è anche necessaria una grande continuità. Quindi quest’anno ho deciso di ragionare gara per gara».

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