Parte dall’est il rilancio di Matteo Malucelli. Il velocista di Forlì, dopo i ritiri di Belletti, Senni e Pacioni, è diventato il decano dei ciclisti professionisti romagnoli e vorrebbe confermarlo anche sulla strada. Dopo un anno grigio con l’Androni-Sidermec, Malucelli riparte dalla Russia e dal contratto con la Gazprom Rusvelo.
L’obiettivo è chiaro: tornare a vincere. «Mi posso considerare fortunato – spiega il velocista residente a San Marino – perché nella mia stagione più grigia è arrivata la proposta più allettante. È stata un’annata terribile, iniziata con il Covid (per la seconda volta, ndr) e proseguita con la frattura di due costole. In pratica non sono mai stato nella condizione che avrei voluto e quando è arrivata la proposta della Gazprom pensavo fosse uno scherzo. Ottenere un contratto da professionista dopo due stagioni così complicate non è facile. Penso al mio amico “Pacio” (Luca Pacioni, ndr) che è rimasto appiedato dopo una stagione sfortunata con la Eolo. Ha la stoffa e le capacità per correre da protagonista tra i professionisti. Purtroppo invece è a casa senza un contratto».
Rispetto all’esperienza totalmente straniera con la Caja Rural in Spagna, alla Gazprom il “Malu” troverà un gruppo di matrice italiana. «Il gruppo ha base a Lonato sul Garda – spiega l’ex Androni – e buona parte della squadra parla italiano e vive nel nostro paese. Quindi non esiste il problema di ambientamento che posso aver vissuto alla Caja Rural. L’impatto è stato ottimo: ho trovato un ambiente serissimo, altamente maniacale e professionale. Da questo punto di vista sono assolutamente russi».
A 28 anni Malucelli ha anche deciso che il suo ruolo nel ciclismo è uno e solo uno: quello del velocista. «Tre anni fa – spiega lo sprinter di Forlì – mi sono messo in testa di migliorare radicalmente in salita. L’ho fatto perché ci credevo e per ragioni di sopravvivenza: il calendario della Caja Rural era molto tosto ed era fondamentale difendersi in salita. Ho perso peso ed i miglioramenti sono stati evidenti. Ma è stato anche evidente che ho perso tanti watt in volata e che, alla fine, non ero più competitivo per gli sprint di gruppo. Io voglio essere un velocista che lotta per le vittorie, non per un piazzamento dopo la 5ª posizione. Da qui la scelta di fare un passo indietro e concentrarmi solo sulle volate, lavorando solo sulla potenza. Sono nato come velocista e finirò come velocista».
Il calendario ufficiale dell’avvio di stagione deve ancora essere confermato: «Siamo in attesa degli inviti per definire il calendario. L’idea è quella di disputare Giro dell’Arabia, Uae Tour, poi Tirreno-Adriatico e Coppi e Bartali. E poi il sogno si chiama sempre Giro d’Italia».