A ciascuno il suo. Mare e montagna, salite e pianura, ce ne sarà per tutti i gusti nelle quattro tappe emiliano-romagnole del Giro d’Italia 2021 (che partirà sabato da Torino), presentate ufficialmente ieri alla presenza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, del direttore della corsa rosa Mauro Vegni e del Ct azzurro Davide Cassani. Un Giro mai tanto democratico come in questa edizione, visto che tutti i nove capoluoghi di provincia della regione verranno raggiunti dalla corsa, non solo quelli posti lungo la via Emilia, lungo cui si svilupperà parte della Piacenza-Sestola di martedì 11 maggio e quasi interamente la Modena-Cattolica del giorno seguente, ma anche Ravenna, città di partenza della 13ª tappa (venerdì 21) e Ferrara, dal momento che, nella medesima frazione, il Giro transiterà da Bagnolo Po in omaggio a Learco Guerra, la “locomotiva umana”, primo corridore a vestire la maglia rosa, istituita esattamente 90 anni fa, nel 1931. Fuori dalla direttrice della via Emilia è la Siena-Bagno di Romagna 12ª tappa di giovedì 20 maggio. «Coi suoi 212 km e 3.700 metri di dislivello è il tappone appenninico di questa edizione – commenta Vegni – il percorso prevede un alternarsi continuo di salite e discese, senza soluzione di continuità».
Dopo lo start da Siena, si attraversa il Chianti quindi verso Firenze inizia la serie infinita di scalate: la prima, durissima, di monte Morello, con pendenze del 18%, poi Consuma, Calla e infine Carnaio, per planare su Bagno di Romagna. Questa tappa, pur dedicata a Bartali, avrà un doppio omaggio visto che nel passaggio a Sesto Fiorentino verrà ricordato lo storico Ct Alfredo Martini, di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita.
Una figura particolarmente cara a Cassani che ebbe proprio Martini come primo Ct. «Mi aspetto una tappa complicata – dichiara Cassani – sia per le difficoltà intrinseche, basti pensare che il Carnaio dal versante di Raggio ha gli ultimi 3 km con pendenze del 10-12%, sia perché viene dopo la tappa di sterrato delle strade bianche. Chi vorrà tentare qualcosa troverà qui il terreno adatto. Ne vedremo delle belle».
Una tappa destinata quindi a regalare spettacolo, così come quella di Sestola, più corta (187 km) e con meno dislivello (2.800) rispetto a Bagno ma ugualmente in grado di fare la differenza. «Anche se l’arrivo non è propriamente in salita, sarà la prima frazione di montagna del Giro – ricorda Vegni – si seguirà la via Emilia da Piacenza a Parma, dove si ricorderà il campione del mondo Vittorio Adorni, quindi si farà rotta verso i castelli matildici e poi attraverso una serie infinita di curve, verso Sestola. Il percorso ricalcherà in senso opposto la parte finale di quello del 2016, quando vinse Giulio Ciccone».
Il momento clou dopo Fanano, la scalata di colle Passerino, 4 km con pendenze al 10% e tratti al 14%, in grado di dare una prima fisionomia alla classifica. Le altre due tappe, invece, saranno per velocisti. La Modena-Cattolica (177 km) presenta appena 300 m di dislivello e la Ravenna-Verona (198 km) ancora meno (200). «A Ravenna, per arrivare al km zero si transiterà di fianco alla tomba di Dante – rivela Vegni – questa è la tappa dedicata interamente al Sommo Poeta, per ricordare i 700 anni dalla morte». L’ultima parola a Cassani. «Sono quattro gran belle tappe nella corsa più bella del mondo».