Alluvione Emilia-Romagna, come aiutare

VolontariatoInformazioni utili per fare volontariato suddivise per località:Bologna Area Metropolitana:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfiEeIGSpfooB-cAJIaoI-K_aAp9W_wwhwKzFwL8EyTT5mIVw/viewformCesena:https://www.volontarisos.it/user/index.phpCervia:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSclceKT5KSnooMwYLyMyQO7mh080nIniirSc4ALJwU798FkCQ/viewformoppure chiamare al numero 3425211536 dalle ore 9.00 alle 18.30.Ravenna:Inviare un’email a vogliodareunamano@comune.ra.it lasciando nome, cognome, recapito telefonico e indicando quale tipo di aiuto puoi offrire.Imola:https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutareForlì:Chiamare al numero 0543 712301...

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Cesena, Mario Guidazzi e una politica che non c’è più

Un via vai continuo di amici, repubblicani e non, compresi tanti avversari politici, ha accompagnato ieri Mario Guidazzi, iniziato nella camera ardente allestita in municipio. Bisogna risalire al 2021 per trovare un’altra personalità a cui è stato tributato quell’onore: l’artista Alberto Sughi. Nella Sala degli Specchi, lo spazio di rappresentanza più prestigioso all’interno del palazzo comunale, si è creata un’atmosfera davvero speciale. A partire dalle 10, e per le successive dieci ore, centinaia di persone voluto fare un ultimo saluto davanti al feretro, prima del funerale che sarà celebrato oggi alle 15, al cimitero urbano a Tipano. Nell’occasione, è attesa l’orazione di Giorgio La Malfa, per tanti anni al timone nazionale del Partito Repubblicano, in cui è stato riammesso nel 2019, dopo esserne stato espulso nel 2011.

Una medaglietta dell’amata Edera è stata appoggiata all’altezza del cuore della salma del decano del Pri, morto mercoledì scorso, al temine di una lunga malattia: in quel simbolo c’è tanta della sua vita, scandita fin da giovane da una sconfinata passione politica. L’inseparabile pipa posata accanto alle mani incrociate era lì a richiamare i suoi gesti quotidiani. Tutto attorno, simboli di un mondo passato ma non morto: le divise garibaldine, con sgargianti camice rosse, indossate da tre persone che continuano omaggiare quella pagina del Risorgimento, e le antiche bandiere del Partito Repubblicano e dei mazziniani, incluse quelle più rare, di colore nero. E poi, sul retro dei “ricordini” lasciati a disposizione dei visitatori, sopra il mobile vicino alla porta della sala, una frase di Cavour: «Sono figlio della Libertà, e a Lei devo tutto ciò che sono». Parole perfette per sintetizzare lo spirito di questo emblema dell’impegno civile, che per ben 37 anni di fila ha occupato gli scranni di consigliere e amministratore comunale.

Davanti alla bara aperta ha stazionato a rotazione una coppia di persone. I primi ad assumersi quell’onore sono stati il sindaco Enzo Lattuca e il suo vice Christian Castorri. Al grande ma composto dolore della moglie “Didi” e dei figli Filippo e Federica si è sovrapposta, ora dopo ora, una montagna di ricordi, non senza un pizzico di nostalgia per un modo di vivere la politica che è ormai estinto. Un po’ tutti i presenti commentavano nei corridoi di Palazzo Albornoz che quella che incarnava Guidazzi era un’idea di rivalità forte tra idee, a cui si accompagnava però un grande rispetto e spesso anche un sincero affetto verso gli avversari politici. A questo proposito, Giuseppe Corzani fa notare che tra di loro c’era un «legame nato anche dal fatto che i nostri padri erano stati entrambi uccisi dai fascisti», e quell’esperienza che aveva lasciato un segno indelebile (il babbo di Guidazzi, che aveva il suo stesso nome di battesimo, fu ammazzato in corso Cavour il 22 giugno 1944, due giorni prima di vedere nascere il figlio) faceva sentire «una grande vicinanza umana con comunisti come l’ex sindaco Leopoldo Lucchi». Ma non va dimenticato l’uomo che c’era dietro il politico. Maurizio Ravegnani, che ha a lungo condiviso l’attività nel partito e in Comune, sottolinea per esempio «la grande generosità di Mario, di cui qualcuno purtroppo si è anche approfittato, ma lui era fatto così». Tanti suoi ex allievi lo ricordano infine come brillante insegnante a Ragioneria e il Circolo goliardico cesenate fu testimone della sua irriverente simpatia.

«Tutte le volte che chiamavano Mario Guidazzi per partecipare a un “Vox Populi” o a un convegno, mai una volta che abbia detto no. Non per protagonismo o vanagloria, ma perché ha sempre avuto a cuore il dibattito, le idee, le proposte per stimolare la crescita e il miglioramento della città e del territorio. Era di parte, come lo siamo tutti noi, un acceso e fervente repubblicano, ma anche un laico tollerante che sapeva ascoltare e recepire, uno stimolatore del confronto».

A tracciare questo ritratto è il presidente della Confcommercio cesenate, Augusto Patrignani, che ricorda battaglie condivise sui temi dell’attrattività del centro e dei parcheggi.

«Non esiste la verità assoluta – conclude – ma opinioni e posizioni, più o meno fondate. Guidazzi è sempre stato capace di argomentare le sue e ha portato un contributo per rendere la città migliore».

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