Calcio C, Rimini, la rinascita di Giammario Piscitella: "Mai chiesto di andare via"

Giammario Piscitella, come siete ripartiti dopo la pesante sconfitta contro la Recanatese?

«Analizzando la partita: c’è stato poco da parlare di tattica. Se guardi i valori in campo e perdi una gara del genere vuol dire che hai sbagliato tante cose, in primis l’atteggiamento. Con tutto il rispetto, quella era una sfida alla portata, probabilmente la Recanatese ha indossato un mantello di umiltà mentre noi pensavamo di aver già vinto».

Però è un intero girone di ritorno che si vede lo stesso Rimini quindi non è un problema recente: cosa sta succedendo?

«Anche quando ero fuori lista era la stessa musica. Persino quando vincevamo eravamo sempre alla ricerca di qualche problema, che poi ci siamo cuciti addosso. Abbiamo perso serenità e non siamo mai riusciti a trovare la soluzione. Anche l’ambiente devi essere bravo a portarlo dalla tua parte. Comunque abbiamo 43 punti quindi con la salvezza raggiunta non ci dovrebbe nemmeno essere pressione invece c’è insicurezza e sembra manchi fiducia».

Restano 5 partite in calendario: come si esce da questo tunnel?

«Non esiste un interruttore altrimenti l’avremmo già spinto. Incontreremo squadre con motivazioni, noi dovremmo averne altrettante, poi i valori superiori verranno fuori. È dal 10 dicembre che non vinciamo in casa, adesso dobbiamo salvare la stagione. Se guardo la rosa dell’Ancona che è quinta in classifica non cambierei un giocatore con la nostra, adesso serve solo amor proprio».

Da protagonista della promozione a fuori lista: ora che è tornato ha dato quella scossa di cui la squadra aveva bisogno. Che mesi ha trascorso?

«Non è stato un periodo facile per me, l’anno scorso abbiamo vinto il campionato e ho vissuto la piazza, poi mi sono ritrovato fuori lista e inizialmente sono caduto dalle nuvole. Penso che quando accadono certe cose la differenza è come reagisci. In passato ho sbagliato subendo ma dagli errori si impara. Per quanto sia strano, ho cercato di viverla serenamente grazie anche alla mia compagna Francesca e a tutte le persone che mi sono state accanto. Sentivo che le cose sarebbero cambiate, ho aspettato solo il mio momento. Quando sono entrato contro il Pontedera non avevo rabbia, ho fatto vedere quello a cui ho abituato cercando di dare una mano alla squadra perché i compagni avevano bisogno di me. Poi è il campo a parlare».

Gaburro ha dichiarato che lei non rientrava nel progetto tecnico e per questo è stato messo sul mercato, rifiutando il 31 gennaio di trasferirsi alla Fermana in prestito, cosa che avrebbe invece fatto se il Rimini le avesse prolungato il contratto fino al 2025. Cosa può dire sulla vicenda?

«Che non ho mai chiesto di andare via da Rimini. Io volevo restare ad ogni costo, l’ho fatto per la causa, per la gente e per la città».

Nelle due gare in cui ha giocato dopo essere stato reintegrato si è vista la differenza sulla fascia sinistra. Da possibile partente è diventato metaforicamente l’ultimo acquisto di mercato. Ora cosa si aspetta?

«Di centrare l’obiettivo in un modo o nell’altro. Ho già disputato i play-off in passato e sono partite a sé nelle quali può succedere di tutto. Abbiamo i valori, non dobbiamo inventarci nulla, solo collezionare più punti possibili».

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