Andrea Zaccagno, dopo la pesante sconfitta contro la Recanatese che settimana state vivendo?
«Il ko brucia, ci aspettavamo i tre punti e fa male perdere così. Siamo sottotono, consapevoli di non aver dato il massimo ma non abbiamo toccato il fondo, anche se da fuori potrebbe avvertirsi questa sensazione. Però basta piangere: abbiamo vissuto momenti migliori, certo, ma anche peggiori. Ricordo ancora le tre sconfitte consecutive a inizio ritorno».
Si è fatto un’idea su che cosa stia mancando alla squadra?
«Non saprei, ognuno deve recitare un mea culpa. Il calcio è un gioco di squadra composto da singoli che nell’insieme possono fornire grandi prestazioni. Abbiamo analizzato la situazione: possiamo uscire da questo brutto periodo».
La società ha indetto la giornata biancorossa e da Reggio arriveranno oltre 1.800 tifosi: sabato si rischia di giocare fuori casa?
«Dipende dai nostri sostenitori. Capisco la loro frustrazione per i risultati: dietro la giornata biancorossa c’è una macchina organizzativa e non si poteva annullare l’iniziativa. Io mi sento di invitare i tifosi: ci aiuterebbero e, anche se ultimamente stiamo fornendo prestazioni non all’altezza, non devono mollare».
All’andata la Reggiana mostrò tutta la sua superiorità vincendo 2-0: sarà un’altra “mission impossible”?
«Sappiamo di affrontare una squadra molto attrezzata, costantemente in fiducia, che è stata al comando per la maggior parte del campionato. Però la Reggiana gioca in undici come noi anche se è vero che ha individualità importanti, è molto solida (miglior difesa con 19 gol subiti, ndr) e ha una rosa costruita per vincere. Non temo qualcuno in particolare, dovremo dare tutto per provare a far loro lo sgambetto».
Per lei si prospetta un’altra giornata di straordinari…
«Speriamo di riuscire a contrastarli e a concedere poco. A me interessano i tre punti, l’obiettivo play-off è troppo importante per noi».
Ma al Romeo Neri, dove non vincete dal 10 dicembre, cosa sta succedendo?
«Si è creata una sorta di tabù, all’inizio giocavamo bene e ci divertivamo, sembrava un fortino. Ultimamente non ci riesce molto bene, vorremmo dare di più ma inconsciamente rischiamo di risultare più contratti. Un trend assolutamente da invertire».
Cosa ne pensa del suo collega Giacomo Venturi, per certi versi simile a lei per altezza e caratteristiche?
«L’ho affrontato all’andata e in B quando ero a Cremona, anche se in quell’occasione rimasi in panchina. E’ un portiere non particolarmente strutturato a livello fisico ma questo non influisce perché esce molto bene e sa giocare».