Calcio C, Savini: "Imolese, c'è luce in fondo al tunnel"

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Nel “restyling” societario dell’Imolese di un mese fa, l’ultimo tassello ad essersi incastrato è stato quello di Ulisse Savini, consulente del proprietario dell’Imolese Giuseppe Deni.

Ulisse Savini, può spiegare come nasce l’incarico che le è stato conferito dalla proprietà dell’Imolese?

«Questa idea è maturata con il tempo, ovvero da quando Deni è arrivato come proprietario e degli amici in comune (Emanuele Righi, ndr) ci hanno presentato. Il proprietario dell’Imolese si è fidato di alcune mie idee e suggerimenti che si sono rivelati azzeccati ed a quel punto, quando ha scelto di azzerare i quadri tecnici dell’Imolese un mese fa, mi ha chiesto di occuparmi assieme a Cammarata dell’area tecnica. Deni ha detto che mi considerava la persona giusta ed equilibrata per dare consigli ed evitargli per quanto possibile di fare cavolate. È stata una cosa maturata con il tempo, una sorta di fidanzamento che poi è sfociato in un matrimonio».

Un matrimonio al quale pensava di arrivare?

«Onestamente no. Mi sono approcciato a questa possibilità con grande curiosità, un po’ perché facendo l’agente da 20 anni la mia vita era comunque stata segnata da questo tipo di carriera: ho sempre avuto la passione di poter fare dell’area tecnica perché a me piace seguire gli allenamenti, la tattica, la partita. Non pensavo che questa potesse però essere un’opportunità di lavoro: quando ho visto che Deni si fidava delle mie idee, a quel punto ci speravo che l’Imolese mi facesse la proposta».

Può illustrare una di quelle idee?

«Cercare di fare un mercato più intelligente per far quadrare entrate ed uscite anche a livello di manovre legate ai giovani in prospettiva della prima squadra. Secondo me il settore giovanile dell’Imolese è una risorsa che permetteva di risparmiare ed investire risorse su altro: anche l’idea di mandare Nannetti e Selleri a giocare è legata alla volontà di costruire qualcosa che non venga per forza da fuori. Ballanti, Antognoni, Selleri e Nannetti da qui a breve possono rappresentare non solo una fonte di guadagno ma anche di sostentamento del club quindi non ha senso andare a prendere giovani della stessa età da squadre di A e B solo perché ti pagano la valorizzazione. Non c’è nessuna super valorizzazione che valga di più di un tuo giovane che giochi, che fa minutaggio e che ti può far fare plusvalenza. E infatti abbiamo effettuato la pre-iscrizione al torneo di Viareggio della nostra Primavera 2 (la prima volta nella storia rossoblù, domani i sorteggi ndr)».

Come comincia il suo rapporto con il calcio?

«Da piccolo guardavo partite a ripetizione, mi segnavo i giocatori che mi piacevano e vedevo che puntualmente andavano nei club importanti. Ho pensato ad una sorta di istinto che un giorno mi avrebbe permesso di fare il procuratore, nessuno in casa mia si interessa al calcio per cui è stato grazie a mia moglie che allora era la mia fidanzata, quindi ho conosciuto Letterio Pino con cui ho iniziato a lavorare con la football agency poi abbiamo creato la Top Eleven Management».

L’Imolese ora però è in grande difficoltà…

«Questa mia esperienza è cominciata a Fiorenzuola ed ho già vissuto il passaggio di allenatore da Anastasi ad Antonioli. Ho visto un trend positivo, al di là della sconfitta di Carrara che ritengo immeritata: il gruppo c’è, dobbiamo limare quei momenti di buio e di perdita dei riferimenti che ci sono costati la partita. La nostra squadra in questo momento per tornare a fare risultato ha bisogno di sentirsi sicura, padrona della situazione e per farlo deve avere un atteggiamento offensivo come quello che le ha dato Antonioli già dopo il primo allenamento vista la qualità di questa Imolese. Capisco che è difficile vederla, ma sinceramente io vedo la luce in fondo al tunnel».

In tal senso, però, arrivano le partite decisive visto che l’Imolese giocherà tre volte in casa ed in trasferta avrà gli scontri diretti di Olbia e Montevarchi…

«Le prossime partite saranno decisive. Sono ottimista perché vedo i ragazzi negli occhi tutti i giorni e vedo in loro la luce giusta per rialzarci. A Montevarchi dobbiamo capire dove siamo: ci sono cinque partite difficili ma non proibitive, bisogna cominciare a fare punti. Dopo questo ciclo vedremo dove saremo».

Senza dimenticare il rischio penalizzazione sulla testa dell’Imolese…

«Siamo coscienti dell’argomento, speriamo non succeda. Sappiamo che ci potrebbe essere questo rischio e di conseguenza dobbiamo fare più punti possibili per evitare che possa essere un problema».

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