Bellavista: "Mare e turismo, un potenziale tutto da esprimere"

RIMINI. Vivere il mare come esperienza e arricchire l’offerta turistica. Una strada sulla quale Massimo Bellavista, coordinatore Pesca e Acquacoltura Legacoop Agroalimentare Emilia-Romagna, esperto di Blue Economy, scommette da decenni. Sono tanti a suo avviso i campi ancora inesplorati per sviluppare questo percorso virtuoso.

Il turismo è diventato sempre più occasione per vivere esperienze. La riviera romagnola ogni anno ospita milioni di vacanzieri ma forse non ha ancora colto le opportunità che offre il mare Adriatico. Cosa ne pensa?

«Il turismo esperienziale è quello che ancora ha degli ambiti inesplorati e che consentirebbe di qualificare ulteriormente l’offerta turistica della costa romagnola. Se prendiamo ad esempio il settore della pesca e dell’acquacoltura, con la sua storia, le sue tradizioni e la cultura marinara, nonostante sia già parte integrante dell’offerta turistica costiera ancora oggi non ha espresso tutto il suo potenziale. I nostri porti e le marinerie da sempre sono meta di turisti italiani e stranieri che arrivano sulla costa e che considerano la visita del porto e della marineria un appuntamento irrinunciabile. In Emilia-Romagna abbiamo realtà cooperative e pescatori pronti a investire e impegnarsi sul tema della diversificazione portando avanti iniziative legate al turismo esperienziale e l’impegno di Legacoop Agroalimentare è quello di aiutarli a risolvere le problematiche (tecniche, legislative e organizzative) e accompagnarli nello sviluppo di nuove attività, compreso il turismo esperienziale».

Quali sono le attività che si possono mettere in piedi o sviluppare ulteriormente in questo ambito? (a questa domanda cerco di aggiungerne altre spezzettando la risposta perché credo possa essere lunga)

«La Costa dell’Emilia-Romagna offre già tantissimo ed è molto difficile introdurre nuove iniziative destinate al turismo. Ma in un territorio come il nostro, che da sempre si contraddistingue per la capacità di rinnovarsi e innovarsi, è fondamentale guardare avanti e continuare a proporre sul mercato nuove iniziative cercando di rispondere ai bisogni di un turista sempre più esigente e alla ricerca di novità. Ma con il mare, che è il principale attore protagonista, ci sono ancora opportunità inesplorate e penso che tanti turisti, soprattutto quelli che frequentano con regolarità la nostra riviera, cerchino nuove esperienze, nuove emozioni da vivere e noi dobbiamo soddisfare le loro richieste».

Per esempio?

«La pescaturismo così come l’ittiturismo sono attività di diversificazione delle attività di pesca e acquacoltura che ancora non abbiamo realizzato in maniera sistemica e permanente e la causa non è da ricercare solo tra i pescatori. In Emilia-Romagna abbiamo osterie gestite dalle cooperative di pesca, abbiamo pescatori che durante l’estate realizzano le escursioni con le tradizionali motonavi e ancora abbiamo la sacca del Po di Goro che offre grandi opportunità ancora inesplorate. Siamo impegnati a mettere in collegamento via mare il sud della costa emiliano-romagnola con l’area costiera del nord e spero tanto che già dall’estate 2023 possiamo lanciare un nuovo servizio esperienziale legato alle nostre produzioni ittico gastronomiche».

Ci puoi raccontare qualcosa di più su questa novità?

«Posso solo anticipare che vorremmo portare i turisti in vacanza a Rimini a visitare la realtà di Goro che nel campo dell’allevamento di molluschi è unica sul panorama europeo. Con il coinvolgimento delle motonavi e delle cooperative della molluschicoltura stiamo costruendo un percorso esperienziale teso a valorizzare le produzioni di molluschi, in primis ostriche e vongole veraci, ma anche per divulgare quei valori culturali e sociali di cui il nostro mondo ne è detentore. Una gita via mare da sud verso nord lungo tutta la costa emiliano-romagnola. Stiamo attendendo le necessarie autorizzazioni marittime per proporre questa nuova e interessante avventura esperienziale».

Uno degli sforzi potrebbe esser quello di mettere meglio in rete il sistema turistico mettendo in campo attività sinergiche fra l'offerta alberghiera e tutti i soggetti legati al mare.

«Beh, da tempo affermo che sul tema della Blue Economy e la crescita blu la più grande sfida è quella di creare sinergie e favorire il dialogo tra i vari settori che lavorano in mare, sul mare e con il mare. Ognuno deve impegnarsi nel fare la propria parte perché abbiamo ancora delle opportunità inesplorate da portare avanti. Con l’Associazione Federalberghi stiamo valutando alcune iniziative congiunte e questo è un primo passo lo sviluppo di nuove attività e nuovi servizi turistici».

Ci sono degli esempi all'estero che potrebbero essere imitati dalla riviera romagnola?

«La costa dell’Emilia-Romagna ha specificità e caratteristiche particolari e non è facile importare buone pratiche ed esperienze maturate all’estero con realtà completamente diverse. Al contrario ci sono paesi che hanno preso il know how italiano sulla pescaturismo per tradurlo e implementarlo sul loro territorio. E’ il caso della Galizia che, nella Costa della morte (nel nord ovest, da Malipica a Capo Fisterra), ha creato un percorso di turismo esperienziale legato alla pesca che oggi sta attirando tanti turisti, soprattutto francesi e tedeschi. Noi però dovremmo guardare con più attenzione quello che fanno negli altri paesi europei. Penso ad esempio al sud dell’Olanda, a Yerseke, in cui gli allevatori di ostriche e cozze hanno realizzato delle iniziative turistiche di grande interesse, in cui ogni produttore ha il suo centro di degustazione con annesso un piccolo museo e negozio di merchandising. Con i produttori di Yerseke abbiamo sviluppato ottimi rapporti professionali e di amicizia e da alcuni anni stiamo portando avanti degli scambi di esperienza».

Ci sono anche delle opportunità di finanziamento pubblico, per esempio dalla Ue o dalla Regione, per attivare iniziative?

«Nell’ambito delle diverse strategie comunitarie il turismo sostenibile è una priorità e ci sono diversi programmi di finanziamento che offrono delle concrete opportunità di finanziamento. Ad esempio, c’è una call aperta sulla cooperazione territoriale europea che riguarda l’Adriatico, in cui lo sviluppo del turismo sostenibile è tra le priorità. Anche il Cluster nazionale BIG (Blue Italian Growth) offre opportunità per lo sviluppo di azioni sinergiche in campo turistico. Il nostro compito è proprio quello di aiutare a identificare i bandi e favorire la costruzione di proposte progettuali che possano generare opportunità economiche e occupazionali».

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