Alluvione Emilia-Romagna, come aiutare

VolontariatoInformazioni utili per fare volontariato suddivise per località:Bologna Area Metropolitana:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfiEeIGSpfooB-cAJIaoI-K_aAp9W_wwhwKzFwL8EyTT5mIVw/viewformCesena:https://www.volontarisos.it/user/index.phpCervia:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSclceKT5KSnooMwYLyMyQO7mh080nIniirSc4ALJwU798FkCQ/viewformoppure chiamare al numero 3425211536 dalle ore 9.00 alle 18.30.Ravenna:Inviare un’email a vogliodareunamano@comune.ra.it lasciando nome, cognome, recapito telefonico e indicando quale tipo di aiuto puoi offrire.Imola:https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutareForlì:Chiamare al numero 0543 712301...

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Bellaria, l’ex Carillon compie 70 anni: “Quando Loredana Bertè non voleva cantare e risuonarono gli schiaffoni”

Soffia su 70 candeline l’ex locale Carillon, ora Mapo Club. A tratteggiare la storia dello storico locale da ballo di Igea Marina noto anche oltre confine è Pier Paolo Fornari, figlio del fondatore Mario Giovanni, pioniere del mondo dell’intrattenimento «con la stoffa dell’imprenditore» che guidato dall’istinto abbandonò le proprietà terriere per spiccare il volo. Impossibile enumerare tutti i cambiamenti che si sono susseguiti in quasi un secolo di attività. A partire dalla location: prima delle colate di cemento il locale, racconta Fornari, sorgeva al centro di una lussureggiante pineta a un passo dal mare. Dal 1953 si esibirono al Carillon le maggiori celebrità di quei tempi ruggenti da Nilla Pizzi a Celentano «che, arrivato in terribile ritardo a bordo della sua Giulietta bianca, disse che stava male. Fu un attimo – prosegue l’imprenditore –: le clienti fecero a gara per farlo riposare nel loro hotel finché si rialzò e andò al microfono uscendosene con una delle sue battute: “Ciao a tutti, amici igienici (anziché igeani)”».

Che ospiti


Da lì in poi fu un susseguirsi di successi fino al nuovo giro di boa che Fornari delinea così: «Quando avevo 20 anni, iniziò la crisi di quei locali mentre sorgevano le prime discoteche, perciò convinsi mio padre ad un’altra avventura, creando persino una piscina». Nuovi anni ruggenti per un locale dove passarono tutti: dai Dik Dik ai Camaleonti. E gli aneddoti di Fornari sono tantissimi: «Loredana Berté si rifiutava di cantare finché l’impresario chiuse la porta e risuonarono due schiaffoni». Di Mina, invece, era celebra la professionalità svizzera: «Arrivò già nel primo pomeriggio, prontissima per le prove», ma anche il grande amore «per il figlioletto che giocava con il mio». Di Johnny Dorelli rammenta la durezza, quando di fronte a una serata flop non volle arretrare di una virgola sul compenso. Fu Fornari ad andargli incontro solo perché sua moglie ne era grande fan. Il buffo è che il padre aveva contattato Dorelli, scartando una certa Patty Pravo, fra il disappunto della nuova generazione della famiglia.
Negli anni Ottanta il cambio di rotta, quando andavano di moda i locali sulle colline aperti a tarda notte anziché dalle 21. Ma il club non si arrende e apre ai comici sul palco, divenendo locale formato famiglia, finché con l’avvento dei pr viene impedito l’accesso ad alcuni disabili, tanto che per lo sdegno Fornari cede le redini al figlio Sandro. È la fine degli anni Novanta il giovane prosegue con passione la storia resistendo anche all’onda d’urto del Covid.

Commenti

  1. Potresti scrivere un libro perché tante cose importanti ci sarebbero ancora da raccontare. Tuo papà Paolo era un bimbo di otto anni quando facevo il dj e direttore. Se vuoi ho foto di Mina e Celentano.

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