Bellaria, immobile confiscato alla ‘Ndrangheta, il sindaco a Report: “Siamo determinatissimi”

Immobile confiscato alla ‘Ndrangheta, Ancora fermi al palo. Nei giorni scorsi, il caso di Bellaria Igea Marina è finito sotto la lente di Report, la trasmissione d’inchiesta di Rai 3. Questi i fatti: nel 2019 l’Anbsc (agenzia nazionale beni sequestrati confiscati alla criminalità) assegna alla città di Panzini lo stabile confiscato a un imprenditore ritenuto in odore di ‘Ndrangheta. Si tratta dell’ex Locanda degli Artisti di via Baldini, che ha funzionato ben poche volte. Secondo l’ipotesi che circola questo locale serviva come centro di riciclaggio per gli interessi di un imprenditore reputato vicino alla cosca calabrese dei Muto. Nel 2009 arriva il sequestro e 10 anni dopo, quando l’immobile inutilizzato versa in evidenti condizioni di degrado, l’Anbsc contatta il Comune chiedendo se fosse ancora interessato al bene. La città di Panzini accetta e stila in tempi record un progetto mentre delibera l’acquisizione dell’ex pizzeria assieme al distretto socio sanitario recuperando i fondi necessari.

Gli sviluppi

Dati alla mano, l’amministrazione investe oltre 440mila euro (di cui 300mila sovvenzionati dalla Regione, 80mila di quota Pnrr e i restanti 60mila dalle casse comunali) con l’obiettivo di ristrutturare gli spazi e affidarli in gestione a un’associazione di disabili per favorire la conquista dell’autonomia. A gennaio 2024 c’è il taglio del nastro, alla presenza delle massime figure istituzionali del territorio e dell’Emilia-Romagna finché, qualche mese dopo, arriva una doccia gelata. Il motivo? A febbraio 2024 la Corte d’Appello di Catanzaro ha revocato per decreto la confisca delle proprietà riconducibili all’imprenditore non sussistendo più i motivi che avevano condotto alla confisca. In breve il proprietario ha dimostrato che il bene proveniva da evasione fiscale non direttamente collegabile con attività malavitose. Documenti alla mano però, dal 2017 in poi, questa è stata sempre definita una confisca definitiva.

In standby

Due le opzioni per il Comune: restituire gli spazi all’imprenditore o pagare l’indennizzo per equivalenza. «Come amministrazione - va dritto al punto il sindaco Filippo Giorgetti - siamo determinatissimi. Chi abita nell’appartamento non se ne andrà, piuttosto affronteremo il pagamento della compensazione per equivalenza in base all’articolo 46 del Codice antimafia». Ma una punta di amarezza resta mentre alcuni territori limitrofi esitano prima di compiere passi analoghi. L’assurdo è che se il Comune avesse venduto il bene acquistato, come evidenziato da Report, sarebbe stato il Fondo unico di Giustizia a risarcire l’imprenditore.

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