Bagnacavallo, raccolta di firme per chiedere più sicurezza dal rischio alluvione e un nuovo ponte
- 03 ottobre 2023

A distanza di cinque mesi esatti dalla prima alluvione che ha sommerso Bagnacavallo e alcune sue frazioni, in occasione della tradizionale Festa di San Michele sono state raccolte oltre 2.400 firme per il “Lamone libero”, lo slogan che è anche il nome del comitato promotore: il raggruppamento dei consigli di zona di Boncellino, Bagnacavallo, Traversara e Villanova, nato da nemmeno un mese su richiesta dei cittadini, sia alluvionati che scampati alla devastazione. Come primo passo, la quindicina di volontari che ha dato il via all’iniziativa ha focalizzato l’attenzione sul ponte ferroviario di Boncellino, zona Muraglione, attivandosi con una petizione per la costruzione di uno nuovo, più alto e a campata unica.
Quello attuale, che interessa la linea Ravenna-Bologna, è ritenuto una concausa delle due rotture arginali che nel maggio scorso hanno determinato l’inondazione di edifici e terreni nel bagnacavallese. Complice la folta vegetazione che era presente, è indiscutibile che il pilone centrale nell’alveo e sede ferroviaria a una quota inferiore a quella arginale abbiano contribuito a ostruire lo scorrere del fiume che, premendo con sempre più violenza, ha sfondato l’argine sinistro in quella semicurva.
«La sostituzione del ponte farebbe sentire i cittadini e le imprese più al sicuro da queste calamità – spiega il portavoce del comitato, Gilberto Ballardini – favorendo crescita e sviluppo delle zone colpite dall’alluvione e scongiurando possibili stati di degrado e abbandono. Chiediamo anche che venga stabilito un calendario di incontri e di interventi con scadenze definite per tenere informata la cittadinanza sull’iter del progetto».
Proprio quest’ultimo, peraltro, è stato sollecitato anche dalla sindaca Eleonora Proni e il tema è stato trattato la settimana scorsa dal Consiglio comunale. I rappresentanti dei consigli di zona hanno comunque interloquito in maniera proficua con l’Amministrazione, alla quale entro fine mese vogliono consegnare le firme che continueranno a raccogliere, in città ogni sabato di fronte alla Collegiata di San Michele e il venerdì a Villanova.
Certo è che il rifacimento del ponte significherebbe chiudere quella trafficata linea per diversi mesi, creando disagi a non pochi pendolari. Tuttavia, c’è chi dice che da qualche anno ci sarebbe l’ipotesi di sdoppiare quei binari e che quindi i lavori sul ponte potrebbero accorpare le due cose, sicurezza e ampliamento.
«Vorremmo che il generale Figliuolo venisse a vedere di persona quanto è ancora critica la situazione in questi luoghi – aggiunge Ballardini volgendo lo sguardo ai terreni a ridosso della rottura arginale –. Sono tanti gli ettari da bonificare e i danni ammontano a centinaia di migliaia di euro per molte singole realtà. I privati non possono farcela con le loro risorse».
Tra i volontari del comitato c’è chi si è visto sfondare l’abitazione per ben due volte da poco meno di due metri di acqua e chi ha ancora ettari di terreno ricoperti da macerie di ogni genere, dal sottofondo stradale agli alberi di oltre venti metri trasportati dalla piena, a cui si aggiungono i frutteti e gli impianti sradicati da terra e i massi ciclopici utilizzati per la prima ricostruzione dell’argine che con la seconda alluvione sono come esplosi sotto la pressione del fiume. Oggi l’argine è stato ripristinato e da un mese non c’è più traccia del cantiere. Nelle adiacenze è tutto pulito e di vegetazione incolta non se ne vede. Ma non è così dappertutto, anzi.
«La pulizia del fiume va eseguita costantemente e lungo tutto il corso del Lamone – conclude il portavoce del comitato -. La sicurezza del territorio è alla base del benessere comune».