Al mare a Rimini e affitti brevi, il Comune: "Nuova legge, serve più coraggio"

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Primi passi incoraggianti, ma "c'è ancora tanto da fare". Il Comune di Rimini dice la sua sul disegno di legge presentato dal ministero del Turismo per la regolamentazione degli affitti brevi. Si tratta appunto di "un timido passo avanti per il riordino del settore, soprattutto nell'ottica di perseguire l'obiettivo non semplice di raggiungere un'equilibrata dinamica di mercato delle locazioni", argomenta l'assessore alle Attività economiche Juri Magrini.

Di positivo c'è "una disciplina uniforme che regoli gli affitti brevi, in particolare attraverso le grandi piattaforme" e "l'introduzione, prevista dalla bozza di testo, di un codice identificativo nazionale per ogni immobile affittato per finalità turistiche". Elemento "utile- chiosa- anche per il recupero dell'evasione dell'imposta di soggiorno".

Tuttavia per contribuire a riequilibrare il mercato degli affitti a favore di famiglie, lavoratori stagionali, studenti fuori sede "c'è ancora tanto da fare". La proposta di legge, infatti, al momento non disincentiva lo spopolamento delle città a causa delle locazioni inaccessibili e il conseguente "sovraffollamento solo turistico" delle città d'arte. Il "minimum stay", il limite minimo di due notti per chi affitta su portali come Airbnb o Booking, non è efficace per contrastare l'alterazione del mercato.

 Insomma, prosegue Magrini, mancano "politiche fiscali radicali per stimolare i privati a destinare i propri immobili a locazione residenziale". Ecco le proposte allora: fondi nazionali per favorire i canoni concordati; maggiori certezze ai titolari delle abitazioni; limitare le agevolazioni per le locazioni brevi; restringere l'applicazione della cedolare secca ad una sola abitazione. "Per risolvere davvero la questione abitativa serve sì equilibrio- conclude l'assessore- ma anche qualche scelta coraggiosa".

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