Frequento da un po’ di tempo un un ragazzo e a grandi linee le cose fra noi vanno bene, ma la preoccupazione più grossa è che lui è seriamente ipocondriaco. Sulle prime me lo aveva detto scherzando, poi con i problemi inerenti al virus la questione è uscita fuori con tutte le sue difficoltà. Lui legge tanti giornali, ogni giorno guarda tutti i TG, passa un sacco di tempo su internet, si disinfetta continuamente le mani, lava la spesa, gli oggetti, non esce più volentieri con nessuno e ovviamente nemmeno con me. A forza di leggere e ascoltare notizie viene travolto dall’ansia, è ossessionato e quando propongo qualcosa -fosse anche una passeggiata all’aperto- dice che non se la sente e che è meglio rimandare a quando tutto questo sarà passato. Anche io sto attenta, e non sono una persona che corre rischi inutili, però a forza di sentirmi ripetere queste cose mi sta passando tutto l’entusiasmo che in una frequentazione “fresca”, diciamo così, dovrebbe esserci. E non capisco se davvero sono sue paure dovute a questa emergenza sanitaria o se magari non abbia più voglia di continuare e trovi delle scuse. Lui assicura di no e in effetti tramite messaggio o al telefono è sempre presente, io però sono molto confusa.
Natalia

Cara amica, questo è un bel dilemma. Ci sono tante incognite nella situazione che mi descrive, ma mi focalizzerei sul fatto che quella che stiamo vivendo da molti mesi è una contingenza del tutto nuova, e nuovi sono i modi di reagire. Sconosciuti perfino a noi stessi. C’è chi si scopre fatalista, ad esempio, e chi si spaventa moltissimo. Come mi sembra stia accadendo al suo ragazzo. Io non butterei tutto all’aria: lui si fa sentire, la cerca, ma è disorientato e in preda all’ansia. Capisco che le pesi vederlo così destabilizzato e vulnerabile, capisco che sia estenuante non potere programmare nulla, ma se lui le interessa davvero provi ad avere pazienza. Ce la fa a “surgelare” questa frequentazione? La speranza è di poterla scongelare a breve, quando tutto questo sarà passato, e questo “freeze” le potrebbe servire anche a non essere contagiata da ansia e ipocondria. Trovare la giusta distanza è complicato, bisognerebbe essere degli equilibristi che riescono a stare in bilico fra prudenza, speranza, positività, quando invece siamo tutti fiaccati. E se il ragazzo era già ipocondriaco di suo, per lui sarà un momentaccio. Lo senta al telefono, su WhatsApp, su Skype, su Zoom, le opzioni ci sono. Tutti dobbiamo “scavallare” questa montagna.