Delitto di Pierina a Rimini, il consulente della difesa di Manuela porta in Procura altre piste: «Perché l’amica che ha accompagnato la vittima non ha sentito le urla?»

Rimini

«Sulla scena del crimine, la notte dell’omicidio c’erano altre persone. Vicini di casa, che in linea temporale possiamo collocare sulla scena del delitto sia la mattina del ritrovamento che la sera precedente, quella dell’omicidio della povera Pierina Paganelli. Perché la Procura non ha chiesto anche a tutti il Dna?». Lo sostiene Davide Barzan consulente della difesa di Manuela e Loris Bianchi, rispettivamente la nuora e il fratello di questa, ai quali effettivamente il profilo genetico è già stato prelevato per la comparazione con quello eventualmente isolato sul cadavere. «Per noi dovrebbero prelevale il dna a tutti quelli che abitano nel condominio di via del Ciclamino, almeno ai vicini della scala 31». Lo studio Barzan giovedì ha inoltrato alla Procura della Repubblica una memoria difensiva che prospetta piste investigative alternative. Fino ad oggi gli investigatori della Squadra mobile si sono concentrati sulla nuora e il fratello, e sulla coppia di vicini di casa, Louis Dassilva e Valeria Bartolucci. E non su altri. Ma Barzan pone nuovi quesiti. «Perché l’amica rientrata con Pierina dalla riunione al Tempio dei Testimoni di Geova non ha sentito le urla? - spiega Barzan -. E poi alcuni testimoni nelle interviste hanno raccontato delle cose diverse rispetto a quanto poi detto agli inquirenti. Va fatta chiarezza».

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