Rimini, rompe due costole alla fidanzata incinta. Ex compagno rischia sei anni e mezzo di carcere

Rimini
  • 03 maggio 2024

Due costole rotte per colpa delle botte che le dava anche mentre aspettava il loro bambino, minacce di morte come «ti squarto», messaggi contenenti “avvisi” come «vi brucio, a te e alla tua amica», e poi appostamenti e inseguimenti in un climax ascendente di terrore che aveva fatto finire l’ex compagno, un 44enne originario della Puglia, in carcere ai Casetti, dove è tuttora detenuto.

Ieri mattina è andata in scena l’udienza dinanzi al tribunale collegiale di Rimini in cui accusa e difesa si sono affrontate nel contraddittorio tra le parti, con il pubblico ministero Luca Bertuzzi, che ha chiesto una condanna a sei anni e sei mesi di carcere.

La vicenda

L‘uomo è recluso dallo scorso maggio, a seguito dell’intervento della Squadra mobile, che ha salvato la donna dalla sua furia, evitando conseguenze tragiche: lui, infatti si era presentato di nuovo sotto casa di lei, con intenzioni tutt’altro che bonarie, nonostante una precedente ordinanza restrittiva.

A raccontare le aggressioni subite era stata la donna stessa, quando a inizio gennaio durante il processo ha reso una testimonianza precisa e lucida. A comprovare le accuse sostenute dal pm Luca Bertuzzi, fotografie e video delle aggressioni, l’ultima delle quali avvenuta in strada, sul lungomare, davanti a diverse persone, alcune delle quali hanno testimoniato in udienza. Durante uno degli episodi, infatti, la donna, picchiata mentre passeggiava sul lungomare, si era rifugiata all’interno di una piadineria per fuggire alla violenza del compagno. Il 44enne, che respinge tutte le accuse, si sarebbe giustificato dicendo che i rapporti con la moglie si erano incrinati a causa della gestione della figlia. L’episodio che ha fatto traboccare la goccia dal vaso è stato proprio quello in cui lei è stata costretta a rifugiarsi nella piadineria. Era la fine di aprile e al tempo i due si erano già lasciati e lei stava passeggiando con un conoscente, quando l’ex compagno l’ha vista. Abbandonata la figlia (che era insieme a lui come previsto dalla custodia condivisa) sul furgone, è sceso e ha iniziato a colpirla con calci e pugni per poi risalire sul veicolo e ripartire, mentre lei aveva chiesto rifugio nell’esercizio commerciale, per poi andare al Pronto soccorso.

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